Marcell Jacobs esprime indignazione per lo spionaggio da parte del fratello di Tortu e afferma a Belve: «Avrei già licenziato...» - Guarda il video.

Marcell Jacobs esprime indignazione per lo spionaggio da parte del fratello di Tortu e afferma a Belve: «Avrei già licenziato…» – Guarda il video.

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Giovanni Esposito

Unione, spionaggio e riconciliazioni personali: Marcell Jacobs si racconta a Belve

Il campione olimpico Marcell Jacobs è stato recentemente ospite di Francesca Fagnani nel celebre programma “Belve” su Rai Due, dove ha discusso non solo dei suoi successi sportivi ma anche di vicende personali e controversie professionali. La puntata, andata in onda il 29 aprile, ha messo in luce diversi aspetti della vita del velocista, dalla rivalità sportiva al complesso rapporto con il padre.

Lo spionaggio del fratello di Tortu

Uno degli segmenti più intensi dell’intervista ha riguardato il recente scandalo di spionaggio che ha coinvolto il fratello e manager di Filippo Tortu, accusato di avere pagato per accedere illegalmente alle informazioni personali di Jacobs. “Per come conosco Filippo, non credo fosse a conoscenza di questa cosa” ha commentato Jacobs, mostrando una certa fiducia nel compagno di squadra. Tuttavia, ha lasciato intendere che se emergessero nuove prove, la delusione sarebbe notevole sia personalmente sia per l’intera squadra nazionale.

Il mancato licenziamento

Discussione acuta è stata quella sulle conseguenze dell’incidente di spionaggio all’interno del team. Interrogato da Fagnani sulle azioni di Tortu nei confronti del fratello dopo lo scandalo, Jacobs ha espresso una certa perplessità circa la mancanza di provvedimenti più severi: “Non penso che lo abbia licenziato. È pur sempre suo fratello…”. Jacobs lascia poi trapelare un senso di disapprovazione, ammettendo che lui avrebbe gestito la situazione diversamente.

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Il primo incontro con il padre, a 12 anni

Al di là delle controversie, l’intervista ha toccato anche temi più intimi, come il primo incontro di Jacobs con suo padre all’età di dodici anni. “Non ho provato niente, era uno sconosciuto per me,” ha rivelato Jacobs, mostrando un raro scorcio nella sua vita privata e nei sentimenti personali. Ha poi raccontato come prima delle Olimpiadi abbia iniziato a lavorare su se stesso e sul suo rapporto con il padre, un processo che lo ha portato ai successi che conosciamo oggi.

Questi racconti mettono in luce non solo la resilienza di Jacobs come atleta ma anche la sua forza nel superare gli ostacoli personali e professionali, mostrando una personalità complessa e determinata, sia nella vita sia nello sport.