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Gruppo Edicom

 

direttore Salvo Bella         
       
 

beatrice lorenzin

La ministra Beatrice Lorenzin continua a trovare opportunità per mandare ispettori a ogni scandalo che scoppia negli ospedali italiani, ultimo quello raccapricciante di Patrizio Cairoli, lasciato morire come un verme all’ospedale San Camillo di Roma. La sanità è diventata ormai come una bolgia infernale, poiché da un taglio all’altro s’è passati a uno squallore estremo e all’indecenza: posti di pronto soccorso dove i pazienti aspettano ammassati per ore interminabili prima di essere visitati; mutilazioni e omicidi dei più assurdi in sale operatorie che si rivelano all’improvviso come macelli per bestie; attese anche di anni per ottenere una visita tranne che non si metta subito mani al portafogli. Una situazione di sconquasso così grave avrebbe dovuto indurre nella ministra Lorenzin un sussulto.

La senatrice del M5S Paola Taverna ha presentato un’interrogazione alla ministra, scrivedo che “la triste storia dell’uomo malato terminale di tumore morto nel pronto soccorso dell’Ospedale San Camillo di Roma dopo 56 ore di degenza, e denunciata in una lettera del figlio al ministro Lorenzin, è l’emblema della drammatica situazione in cui versa l’intero sistema sanitario nazionale, che non è più in grado di assicurare né le cure né l’assistenza necessaria in nessuna fase della malattia, tanto meno in quella terminale”.

“Già lo scorso anno – scrive la senatrice – la stampa denunciò le pessime condizioni del San Camillo e dall’ospedale risposero che le condizioni di disagio erano causate dai lavori di adeguamento della struttura in vista del Giubileo. Ma dopo un anno nulla è cambiato, segno che questa situazione come tante altre è il frutto di precise responsabilità del governo e delle sue scelte in materia di sanità: tagli pari a 4,3 miliardi di euro solo negli ultimi due anni e lo spettro di altri 1,5 miliardi con la prossima legge di Bilancio, oltre 200 visite specialistiche che diventano a pagamento, ticket sempre più cari. La conseguenza è che la sanità è al collasso e oltre 11 milioni di italiani rinunciano a curarsi. Per questo chiediamo ancora una volta alla Lorenzin di abbandonare la sua scellerata politica di tagli e di incrementare il Fondo per il Servizio sanitario nazionale così da evitarne il definitivo collasso”.

L’invio degli ispettori è, oggi come in passato, un fumo negli occhi dell’opinione pubblica sconcertata, come a dare a intendere che un governo stia assicurando ai cittadini la massima assistenza e non tolleri pertanto alcun caso sporadico di malasanità. La verità, a tutti chiara, è che di fronte alle carenze sempre più gravi e diffuse un ministero dovrebbe intervenire con urgenza e in modo serio a rivoluzionare la disorganizzazione nella quale si è diffusamente precipitati. Sono comprensibili gli spot allegri, ma a volte anche esilaranti e osceni, di Beatrice Lorenzin e anche le sue chiacchiere nei salotti televisivi; ma si richiederebbe pure che da anonima cittadina si faccia venire ogni tanto un capogiro e ripari negli ospedali di varie città, uno dopo l’altro (ovviamente non in quelli che ha chiuso), o telefoni ai vari call center regionali per capire quanto tempo passa per ottenere una visita dermatologica. Se non fa anche questo, eviti almeno di autoincensarsi nei salotti; o infine abbia la dignità di dimettersi, perché i reati non sono soltanto quelli commessi da poveri diavoli che rubano due fette di mortadella al supermercato: ci sono quelli, molto più raccapriccianti, che colpiscono giornalmente la vita dei cittadini.