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Gruppo Edicom

 

direttore Salvo Bella         
       
 

"Yara, orrori e depistaggi", Gruppo Edicom, isbn 9788882363482Una conversazione radiofonica sul libro “Yara, orrori e depistaggi” del giornalista Salvo Bella nella trasmissione “Border Nights” si è trasformata ieri sera in una pesante critica alle indagini sull’uccisione di Yara Gambirasio e sul discusso processo al presunto assassino Massimo Bossetti. Si è parlato di testimoni intimiditi, esigenza di allontanare ombre nere dalla Lombardia, banchetti con magistrati e mafiosi, macchinazioni, vittima sacrificale, spettacolarizzazioni inedite, omicidio politico.

Cominciata alle 22,50 a WebRadioNetwork, Border Nights, che va in onda ogni martedì, è curata dal giornalista Fabio Frabetti e affronta abitualmente casi scottanti, permettendo agli ascoltatori di intervenire in diretta. La puntata di ieri sera era stata annunciata per diversi giorni insistentemente attraverso i social network, dove trovano ampio spazio le discussioni fra innocentisti e colpevolisti sulla recente condanna di Bossetti all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. L’audience era perciò elevatissima, con innumerevoli ascoltatori collegati anche dall’estero fino a notte.

Salvo Bella, compulsato dal conduttore, ha parlato delle analisi da lui compiute sul delitto sin dal momento della sparizione di Yara, avvenuta misteriosamente a Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo, la sera del 26 novembre 2010. C’erano, secondo Bella, diffusi fenomeni di evidente incompatibilità ambientale, che si manifestarono attraverso veri e propri depistaggi, manovre più o meno oscure per allontanare dalla verità avvalorando l’ipotesi, tuttora incredibile secondo lo scrittore, di un omicidio a sfondo sessuale e così nascondendo il vero movente e i veri colpevoli.

Fabio Fabretti ha ricordato che Bella fu minacciato perché si voleva impedire la pubblicazione del libro. L’autore ha spiegato di non avere ricevuto poi querele dai personaggi da lui chiamati in causa, ma avrebbe subito persecuzioni da parte di apparati dello Stato.

Sono intervenuti nella trasmissione l’avv. Paolo Franceschetti, noto criminologo e ospite fisso di Border Nights, il medico Agnesina Beatrice Pozzi, che dirige l’Osservatorio web sul diritto e i diritti negati, e dalla Francia la psicologa Elisabeth C.

Franceschetti, che è autore di numerosi libri e si occupa in un blog di mafia e massoneria, ha inquadrato i depistaggi rivelati da Bella in una situazione di gestione della giustizia terrificante. Un passo evidente di una trama sporca c’è stato, secondo il giurista, con la spettacolarizzazione dell’arresto di Massimo Bossetti, mostrato a tutto il mondo ammanettato e in ginocchio, in più annunciato dal ministro degli Interni Angelino Alfano in spregio a tutte le norme costituzionali. Nell’acuto commento, Franceschetti ha sostenuto che Bella avrebbe chiarito con coraggio la natura politica dell’omicidio di Yara Gambirasio.

Bella scrisse alla fine del 2013 il libro, uscito poi a febbraio dell’anno dopo in una nuova collana di Gruppo Edicom, quando ancora non era stato arrestato Massimo Bossetti, che fu a suo parere la vittima predestinata della seconda parte delle indagini. Su queste si è soffermata Agnesina Beatrice Pozzi, mettendo in luce presunte assurdità nell’attribuzione a Massimo Bossetti delle tracce di dna rinvenute sugli indumenti della povera Yara nel febbraio del 2011, quando il cadavere della ragazza fu trovato in un campo di Chignolo d’Isola, nel Bergamasco. Per tre mesi, aveva appena detto Bella, il questore dell’epoca, che dirigeva le indagini, aveva sorprendentemente affermato che avrebbe riportato viva a casa la ragazza. La dott. Pozzi, che si è occupata in passato professionalmente di numerosi casi clamorosi, fra i quali quello del questore palermitano Bruno Contrada, è entrata con cognizione di causa nelle questioni scientifiche, sostenendo con vari argomenti l’innocenza dell’imputato Massimo Bossetti, argomento affrontato poi anche da Elisabeth C, che ha invitato l’autore di “Yara, orrori e depistaggi” a continuare la sua inchiesta.

Furgone tarocco, vittima sacrificale e altri elementi oscuri delle indagini sono stati in ultimo gli ingredienti della pagina conclusiva di “Maestro di dietrologia”, che ha sollevato domande ancora senza risposta.

La registrazione della tramissione, ascoltabile ora in podcast a WebRadioNetwork, per i contenuti duri e per la chiamata in causa di apparati dello Stato, potrebbe essere acquisita dall’autorità giudiziaria per l’apertura di indagini.