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Gruppo Edicom

 

direttore Salvo Bella         
       
 

Mario Cerciello RegaNon c’è nulla di oscuro nelle circostanze dell’uccisione del vice brigadiere Mario Rega Cerciello a Roma, tragico epilogo della scorribanda miserabile e della malvagità di un manipolo di violenti che il cuore nobile di un carabiniere non avrebbe potuto immaginare.

Sono ridicole le polemiche fomentate sulla etnia degli assassini: che nelle prime fasi delle indagini fossero ritenuti africani o italiani non cambia la virulenza e le cause dell’aggressione mortale; eppure non pochi parlamentari si sono scatenati con toni razzisti gridando contro gli immigrati africani, perché siano mandati ai lavori forzati o addirittura condannati a morte. L’ondata di certo populismo favorisce becere speculazioni anche da parte di personaggi al potere, che confidando nella creduloneria nascondono la gravità dei problemi: sono proprio loro, infatti, i responsabili dello sfascio progressivo della giustizia, che per garantismo lascia a spasso i delinquenti vanificando il lavoro di chi li ferma.

 

Le disquisizioni faciliste sul come e sul perché, alimentate da contrapposizioni politiche, raggiungono lo squallore con i dubbi e le critiche all’Arma dei carabinieri, quasi che questo delitto possa essere per assurdo ritenuto conseguenza di impreparazione o di ordini impartiti da imbecilli. I soloni che nei social si improvvisano criminologi impartiscono lezioni sul mancato uso delle armi di ordinanza e ci sta che pure gli imbecilli dicano, in democrazia, la loro; meno comprensibile è, invece, che grandi testate aprano processi  con interrogativi sconclusionati, come quelli sul soccorso prestato dal collega a Mario vigliaccamente colpito con una ferocia bestiale.

Non sia adesso che alcuno pensi di sostenere in giudizio tesi sconcertanti per difendere uno squallido soggetto sanguinario, al quale non può essere concessa alcuna attenuante: non si sferrano nella notte a tradimento otto violente coltellate contro un uomo se non per ammazzare.

Il vice brigadiere Cerciello è stato colpito perché la bontà non fa immaginare la vigliaccheria del male, come il santo si può avvicinare con dolcezza al malvagio. Ma un uomo grande come Mario non muore mai, sopravvive limpido e splendente con la sua generosità e i suoi occhi sorridenti.