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Gruppo Edicom

 

direttore Salvo Bella         
       
 

9788882363710Un giornalista di Treviglio, Tommaso Accomanno, ha sbirciato in tutti i gruppi di Facebook, anche quelli segreti, che da oltre otto anni si scontrano discutendo dell’omicidio di Yara Gambirasio e del suo presunto assassino Massimo Bossetti. Quattro mesi prima del processo in Cassazione all’unico imputato, ecco i risultati del lavoro di Accomanno nel suo libro “Social Crime - Yara Gambirasio e Massimo Bossetti nei gruppi di Facebook”, annunciato da Gruppo Edicom per il 7 giugno. Oltre a svelare nomi e commenti che solo piccole cerchie di persone hanno potuto leggere, il documento è una implicita mazzata ai processi paralleli che, accanto a quelli nelle aule di giustizia, sono stati celebrati da “cronisti” di questa nuova era.

L’approccio di Accomanno all’argomento – come avverte l’editore – è pacifico: lo studio è nato infatti come tesi di laurea all’università La Sapienza di Roma con l’obiettivo dell’autore di restare asettico. Prima ancora che la questione Bossetti innocente o colpevole dell’impressionante delitto di Brembate, vi si affronta innanzitutto la rapidissima evoluzione dei mezzi di informazione a discapito dei giornali tradizionali e a vantaggio dei social internet, nei quali chiunque ha avuto sempre più, anche con esiti deleteri, la possibilità di improvvisarsi cronista con capacità in tempo reale.

 

In 176 pagine, ricostruendo con intento quasi storico un tema di attualità, il giornalista ha poi messo a fuoco la rappresentazione del caso Gambirasio-Bossetti che c’è stata nei gruppi, ben distinta da quella giudiziaria, lasciando parlare i testi che sono stati pubblicati e anche i protagonisti, che hanno accettato di rispondere a interviste.

Gli attori di questo fenomenale palcoscenico sono persone normali, a volte anche studiosi, ma più spesso operai che hanno ritenuto persino di potere svolgere sull’omicidio Gambirasio indagini in proprio, di contrastare le conclusioni di veri esperti e della magistratura, di offrire informazioni in collegamento diretto con gli altri iscritti dei gruppi. Non sempre tali attività sono svolte in buonafede: fra i numerosi soggetti coinvolti, infatti, ne emergono anche alcuni dal passato non proprio limpido; e le conseguenze inevitabili risultano turpiloquio, minacce e ingiurie a magistrati e giornalisti.

Traspare che l’informazione tradizionale (nel libro è presa in esame la cronaca del “Corriere della Sera” sui processi di primo e secondo grado a Bossetti) resta, insuperabile, l’unica corretta e attendibile.

Danno un’idea della complessità di questo libro documento numerose immagini a corredo dei contenuti e dei post più significativi dei gruppi; ma anche i riferimenti a ben 170 nomi, con rimandi in un indice alfabetico che ne consente la rapida ricerca.

La collana “Il Delitto”, che accoglie il libro di Accomanno, aveva già proposto a febbraio del 2014, prima dell’arresto di Massimo Bossetti, l’inchiesta di un altro giornalista, Salvo Bella, “Yara, orrori e depistaggi”, che è stato al centro di polemiche ancora non spente.