Questo sito utilizza cookies tecnici propri e cookies di profilazione di terze parti. Continuando la navigazione accetti.    MAGGIORI INFORMAZIONI

 

Gruppo Edicom

 

direttore Salvo Bella         
       
 

Giarre rosario crocetta beatrice lorenzin

La popolazione della fascia jonica siciliana si sta mobilitando per protestare contro la chiusura, avvenuta l’anno scorso, del posto di pronto soccorso a Giarre, un’offesa alla civiltà e un grave vulnus alle esigenze di tutela della salute pubblica che dev’essere garantita a ogni cittadino. Proprio nella piazza Duomo di Giarre, sulla statale 114 Catania-Messina, convergeranno i dimostranti lunedì 24 ottobre, dopo che il presidente della Regione Rosario Crocetta non ha mantenuto gli impegni per la riapertura presi più volte. Promotore della mobilitazione è un giarrese di spicco, Armando Cutuli, già presidente di Confcommercio e di Promozione e Sviluppo Giarre, che proprio al governatore ha inviato un messaggio chiarissimo: l’omissione del richiesto intervento urgente per l’eguale diritto alla salute è un reato. L’iniziativa viene sostenuta attraverso la pagina Facebook “Sei di Giarre se…”.

Il territorio del Giarrese ha ottantaseimila abitanti nel raggio di sette chilometri, dove le esigenze di pronto soccorso dovrebbero essere soddisfatte nella più distante Acireale, con la conseguenza che all’ospedale di quella città riparano molti cittadini, anche gravi, lasciati a soffrire negli intasati corridoi a causa dell’affollamento non più gestibile.

Sul centro di Giarre gravitano non solo la popolazione dei paesi confinanti e di molti a monte, ma anche un importante svincolo dell’autostrada Catania-Messina, sulla quale si registrano incidenti di estrema gravità per numero e lesioni delle persoe coinvolte. Queste sole considerazioni fanno ritenere la chiusura del posto di pronto soccorso di Giarre un fatto contro la civiltà e persino delittuoso.

Il presidente della Regione siciliana Crocetta, in occasione di precedenti dimostrazioni popolari e in ultimo nel mese di maggio scorso, aveva rassicurato la popolazione con parole chiare, alle quali non sono seguiti però i fatti sperati.  Non si possono addebitare tutte le mancanze a Crocetta, avendo ben presente che il governo Renzi, con la ministra Beatrice Lorenzin, ha tagliato fondi alle regioni e soprattutto alla sanità in modo scriteriato e insopportabile. Come quello di Giarre, altri casi continuano a essere giustamente oggetto di protesta in tutto il Mezzogiorno italiano, dove le persone sono stanche di essere trattate ancora come sudditi di un potere sordo e cieco. Ma Rosario Crocetta deve dare risposte pronte e concrete.