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scarpinato

Gli infiltrati al palazzo di giustizia di Palermo sono riapparsi in modo inquietante lasciando una lettera di minacce sul tavolo del procuratore generale Roberto Scarpinato. Il magistrato ha trovato il messaggio all’inizio di settembre al rientro dalle ferie e sulla vicenda indaga la procura della repubblica di Caltanissetta.

Il palazzo di giustizia di Palermo, com’è noto, continua a essere impegnato in scottanti procedimenti sui più importanti misteri degli ultimi decenni, che vedono spesso implicati anche apparati dello Stato. Molti magistrati sono nel mirino della mafia, che tenta di fermare col sangue indagini e processi che la politica non riesce più a bloccare.

La lettera al procuratore generale sembra un’appendice, non meno preoccupante, al caso del pm Nino Di Matteo, di cui Totò Riina avrebbe ordinato dal carcere l’uccisione: sono innumerevoli i biglietti di minacce che sono stati recapitati a Di Matteo direttamente nel suo ufficio, a casa e sui tavoli di colleghi. Non gli vengono perdonate le indagini sulla trattativa Stato-mafia.

Scarpinato, col sostituto procuratore Luigi Patronaggio, in vista del processo d’appello al generale Mario Mori e al colonnello Mauro Obinu, assolti in primo grado dall'accusa di aver favorito la latitanza di Bernardo Provenzano, avrebbe scandagliato nei misteri dei servizi segreti deviati e all'udienza del 26 settembre dovrebbe essere chiesta la riapertura dell'istruttoria dibattimentale; non è da escludere che per questo gli vogliano tappare la bocca.