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Gruppo Edicom

 

direttore Salvo Bella         
       
 

Arresto di Massimo BossettiL'orrenda morte di Yara Gambirasio e la recente condanna in primo grado di Massimo Bossetti all'ergastolo continuano a dividere l'opinione pubblica fra innocentisti e colpevolisti. Sui social, e in particolar modo su Facebook, c'è un'ondata di gruppi che esaminano atti processuali e raccolgono documenti pro o contro l'imputato, mentre ancora si attende che sia depositata la motivazione della sentenza di condanna.

Sulla responsabilità del muratore, che si professa innocente, permangono obiettivamente dei dubbi che il dibattimento non avrebbe risolto, sia su talune modalità controverse di svolgimento delle indagini, sia sulla cosiddetta "prova regina" delle tracce di dna rilevate sul cadavere della ragazza e ricondotte dall'accusa proprio a Massimo Bossetti.

La questione che continua a essere affrontata in particolar modo è proprio quella del dna, esame del quale l'avv. Claudio Salvagni e gli altri difensori avevano chiesto inutilmente la ripetizione. Un gruppo chiuso di Facebook, al quale partecipano anche esperti delle materie in questione, ha pubblicato una sorta di petizione divulgata poi su molte altre pagine pubbliche. Eccola integralmente.

CASO BOSSETTI, MAGGIORE TRASPARENZA ED EQUO PROCESSO

Abbiamo, purtroppo, il forte sospetto che Massimo Bossetti sia stato incastrato da qualcuno. Non veniteci a chiedere da chi, perché, come e quando. Non lo sappiamo e non è compito nostro accertarlo. Può essere stato chiunque, e noi speriamo che gli inquirenti, i quali si sono resi protoganosti di una lodevole e complessa attività di indagine, riescano quanto prima ad individuare il o i soggetti responsabili. Pur non avendo prove dirette a suffragio di questa nostra ipotesi, avendo acquisito diversi pareri da diversi genetisti forensi (assolutamente obiettivi e imparziali), abbiamo però diversi elementi indiziari di carattere scientifico e non che ci inducono a ritenere che questa ipotesi sia seriamente da prendere in considerazione; segantamente: 1) riferisce il prof Capra che nella traccia biologica mista denominata 31G20, il DNA nucleare della vittima è risultato essere fortemente degradato mentre quello di “ignotouno” altamente cellularizzato, di ottima qualità e quantità. Circostanza, quest'ultima, asseritamente anomala che fa propendere per il deposito NON contestuale dei rispettivi materiale biologici. 2) Nella loro relazione, i RIS di Parma, a pag 267, rilevano che "appare quantomeno discutibile come ad una degradazione proteica della traccia non sia seguita una degradazione del DNA". Sono gli stessi RIS, quindi, a nutrire perplessità in ordine alla circostanza che la traccia risultava essere totalmente degradata a livello proteico (tanto è vero che NON è stato nemmeno possibile, se non per esclusione, risalire al fluido di appartenenza) a fronte di un profilo genetico nucleare ( “ignotouno”) che, invece, risultava essere stato estratto da materiale biologico fortemente cellularizzato, di ottima quantità e qualità. Anche questa circostanza fa propendere per la conclusione che quel frammento di materiale biologico rinvenuto in quella traccia fosse di origine NON naturale. 3) Il materiale biologico dal quale è stato ricavato il profilo genotipico nucleare (quello che volgarmente viene definito DNA nucleare) denominato “ignotouno” pare sia completamente esaurito: circostanza che appare piuttosto peculiare a fronte della relazione dei RIS in cui si parla di materiale biologico rinvenuto in più punti, di ottima QUANTITA' e qualità. Se è stato esaurito per approfondire le analisi nel tentativo di ricavare dalla traccia 31G20 gli aplotipi mitocondriali necessari per le relative comparazioni, perché ora, a posteriori, si sostiene che questi stessi DNA mitocondriali sarebbero del tutto irrilevanti ai fini forensi? Se sono irrilevanti questi DNA mitocondriali, perché si è consumato tutto il materiale biologico disponibile nel tentativo di ricavare tali profili mitocondriali? 4) Come è possibile che non ci si sia accorti che il profilo mitocondriale ricavato dalla traccia 31G20 appartenesse alla vittima e NON al soggetto denominato ignotouno? Eppure un determinato laboratorio, avvalendosi di una università specializzata nelle analisi mitocondriali della tracce biologiche miste e degradate, ha proceduto anche alle analisi mitocondriali di questi reperti. 5) Generalmente, nelle tracce biologiche (ancorchè miste e degradate) è molto più probabile che si riesca a ricavare gli aplotipi mitocondriali di determinati soggetti e NON i profili genetici nucleari agli stessi appartenenti, in quanto è fin troppo noto, nella letteratura scientifica, che la capacità di resistenza del DNA mitocondriale (in riferimento agli attacchi degli agenti atmosferici e dei liquidi del corpo in decomposizione) è nettamente superiore rispetto alla capacità di resistenza del DNA nucleare. Ebbene, nelle tracce di interesse investigativo, in cui è stato emarginato il DNA nucleare di “ignotouno”, inspiegabilmente, in seguito alle analisi a tal fine espletate, non è stato possibile ricavare lo stesso DNA mitocondriale dello stesso “ignotouno”. Questo INSPIEGABILE fenomeno scientifico si è verificato NON in una ma IN TUTTE (e sottolineo tutte) le tracce biologiche analizzate. 6) Dal punto di vista scientifico, vi sono diverse spiegazione che ASTRATTAMENTE possono giustificare il NON rinvenimento di un aplotipo mitocondriale in tracce miste degradate in cui è stato rinvenuto il profilo genetico nucleare appartenente allo stesso soggetto (le stesse vengono analiticamete illustrate anche dal Prof Previderè nella sua relazione depositata agli atti), ma, IN CONCRETO, nessuna di queste giustificazioni, valide sul piano epistemologico, si attaglia al caso di specie: più nel dettaglio, secondo i RIS di Parma la traccia 31G20, dalla quale è stato ricavato il profilo genotipico nucleare denominato “ignotouno”, NON è risultato essere positivo alla sperma, né, tanto meno, alla saliva. Per esclusione si è accertato che questo fluido fosse sangue. Come osservato dallo stesso prof Previderè nella precitata relazione, nella letteratura scientifica, allo stato attuale, NON è data riscontrare alcuna ipotesi in base alla quale in una traccia biologica mista (ancorché degradata) il sangue misto a sangue comporti la scomparsa in TUTTI I PUNTI ANALIZZATI (e sottolino tutti) dell'aplotipo mitocondriale di un soggetto di cui, nei medesimi punti, viene rinvenuto il profilo genotipico nucleare. Ergo, in letteratura, in casi analoghi al caso di specie, pare non esserci alcuna spiegazione squisitamente epistemologica a tale fenomeno, se non quella che quel materiale biologico da cui è stato ricavato questo profilo genotipico nucleare (ignotouno) sia di origine NON naturale o, in alternativa, che vi sia stato un errore decisivo in fase di analisi, amplificazione e/o interpretazione dei dati. La scienza, infatti, fornisce un dato statisticamente apprezzabile, corroborato dalla comunità scientifica nazionale e internazionale: la REGOLA è che in ogni traccia biologica mista (ancorchè degradata), in seguito alle relative analisi a tal fine espletate, se si riesce a ricavare il profilo genetico nucleare di un determinato soggetto (ignotouno) a maggior ragione (visto i differenti tempi di degradazione), nella medesima traccia, non si può non ricavare anche l’aplotipo mitocondriale appartenente allo stesso soggetto (ignotouno) . Come evidenziato nella sua relazione dallo stesso Prof Previderè, vi sono solo alcune ECCEZIONI a tale REGOLA generale ma tutte, in quanto tali, sono assolutamente CORROBORATE dalla comunità scientifica (ovvero, vi sono studi scientifici nazionali e internazionali che confermano tale eccezione, giustificandola sul piano scientifico) e nessuna di tali eccezioni può essere applicata al caso in esame. Ed infatti, pare d'obbligo evidenziare che, affinchè un’ ECCEZIONE ad una REGOLA scientifica possa considerarsi tale, essa necessita, inesorabilmente, delle relative conferme da parte della comunità scientifica di riferimento: in altri termini, se NON vi sono STUDI NAZIONALI O INTERNAZIONALI che giustifichino un determinato evento che SI RITIENE essersi estrinsecato nella realtà fenomenica, lo stesso evento non può assumere alcuna valenza epistemologica, cioè non può essere ritenuto come un’ ECCEZIONE alla regola e, in riferimento a quello stesso fenomeno (ASSERITAMENTE) concretizzatosi “in rerum naturae”, in realtà, non può non trovare applicazione la REGOLA generale. Allo stato, nella comunità scientifica di riferimento, in casi analoghi al caso in esame, NON pare esservi alcuno STUDIO NAZIONALE o INTERNAZIONALE che possa fornire, da un punto di vista squisitamente epistemologico, delle spiegazioni alle predette mortificazioni e lapidazioni delle leggi della natura. Se la pubblica accusa, nel corso del dibattimento, fosse riuscita a fornire delle giustificazioni acclarate dalla comunità scientifica di riferimento (si, ma attraverso degli STUDI SCIENTIFICI confermati dalla stessa comunità e NON di certo mediante delle spiegazioni alquanto risibili, frutto, evidentemente, dell'estro, della simpatia e della goliardia dell' “opinionista” di turno) allora questo elemento indiziario avrebbe potuto effettivamente assumere una pregnante valenza scientifica e, quindi, probatoria, ma visto che, come è noto, in dibattimento non è stato riscontrato alcuno studio nazionale o internazionale che potesse giustificare tutte le anomalie riscontrate, non può non valere la REGOLA generale, con l’inevitabile corollario che, nel caso di specie, solo due sembrano essere le spiegazioni scientificamente ipotizzabili: 1) o si è al cospetto di un profilo genetico ricostruito in modo errato (nel senso che vi è una NON coincidenza tra il “proprietario” del materiale biologico rinvenuto nei reperti e il “proprietario” del profilo genetico nucleare denominato “ignotouno”) 2) o, in alternativa, quel materiale biologico da cui è stato ricavato il medesimo profilo genetico nucleare (“ignotouno”) NON può considerarsi di origine naturale. Come sopra accennato, le predette conclusioni appaiono ancor più avvalorate da un ulteriore circostanza contrastante con l’ipotesi accusatoria e che rappresenta un’altra conferma dell’ insussistenza scientifica del teorema avanzato dalla pubblica accusa: l’aplotipo mitocondriale di “ignotouno” NON è stato rinvenuto non solo nella traccia 31G20 ma in nessuna delle molteplici tracce in cui è stato ricavato il suo profilo genetico nucleare. Circostanza, quest’ultima, lo si ribadisce, assolutamente NON spiegabile da un punto di vista scientifico, se non unicamente con le due predette ipotesi. 7) E’ emerso processualmetne che Yara e Bossetti non si sono mai conosciuti, appartenevano a due mondi completamente distinti e separate 8) In dibattimento è emerso come non vi sia alcun razionale movente che possa legare Bossetti Massimo al delitto ascrittogli. Alla stregua di tutte le considerazioni che precedono, in qualità di cittadini, noi ci auspichiamo seriamente che, in fase di appello, si ripetano le analisi genetiche su questi reperti e che si faccia totalmente luce su tali aspetti scientifici. Solo ripetendo le analisi genetiche si potrà sgombarare il campo da questa ipotesi che a noi appare inquietante ma quanto mai realistica. Se non venissero concesse le perizie nemmeno in appello, noi riteniamo che un gravissimo vulnus ai diritti costituzonali di quest’uomo continuerebbe a perpetrarsi e sarebbe, a nostro avviso, forse il caso di malagiustizia più eclatante verificatosi nella storia giudiziaria del nostro Paese.