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Gruppo Edicom

 

direttore Salvo Bella         
       
 

Un sottufficiale di polizia di Catania ha inviato a "Il delitto" un'agghiacciante testimonianza sul lassismo delle forze dell'ordine impiegate in servizio contro la violenza negli stadi, costrette di fatto a non intervenire contro i criminali ultras che attentano all'incolumità di spettatori e soprattutto di agenti e carabinieri: "Sono salvo per fortuna e ho visto bene in faccia chi mi ha lanciato una bomba, ma ho dovuto far finta di nulla: gli ordini sono questi e tutto deve risultare regolare".

Stadio "Massimino" di Catania, incontro Catania-Roma. Gli uomini sono schierati. Aldilà dei cancelli della curva nord, una sparuta folla di ultras grida slogan contro la squadra ospite. Si sentono botti da festa del patrono... tutto sotto controllo. D’un tratto, mentre li osservo dall'interno del furgone dove sono seduto lato passeggero, una bomba carta manca di poco il finestrino aperto del mio lato, sbatte sul parabrezza, rotola sul cofano, si incastra tra il faro sinistro e il rollbar, esplode. Il vetro del faro schizza in frantumi, il paraurti è seriamente danneggiato. Tutto tace.
Tra la folla qualcuno grida “Sbirro, ne ho altri cento...”. Sembra che non sia successo nulla, il servizio è regolare.
Azz... per fortuna non è successo nulla; ma se solo avessero centrato il finestrino, aperto e senza griglia, con me seduto là, te lo immagini? Se mi fosse arrivato addosso, o tra le gambe.... Ma non è successo nulla, il servizio di ordine pubblico è... regolare.
Roba da pazzi;, per quattro imbecilli di tifosi senza palle che avremmo dovuto schiacciare subito sotto i piedi e non per essere violenti o per dimostrare chissà cosa... ma solo perché mi hanno insegnato che... la difesa deve essere proporzionata all’offesa. Quanto meno bisognava disperdere quei quattro cretini, perché di questo si tratta, di quattro cretini; ma il servizio di O. P. per fortuna è stato regolare. Tanto gli uomini sono in gamba, non reagiscono, sono abituati a sopportare ben altro, anche a sentirsi dire “cretino” dal loro capo; perciò attendono come robot il comando di chi non vuole rischiare, non la guerriglia ma la sua carriera.
Nei miei 34 anni di servizio questa è la seconda volta che vado allo stadio di O. P. e per fortuna anche oggi sono tornato tutto intero. La seconda volta, capisci? Vuol dire che sono bravo? O stavolta toccava a me? Non importa. Io c’ero, ero lì come tanti altri miei colleghi e mi è andata bene. Alcuni sono pluriaddestrati, ben equipaggiati; altri come me solo Ubot e manganello: ti rendi conto? Io non sono un celerino, sono un investigatore... e come me anche le telecamere hanno “immortalato” e ripreso la scena così come anche quel criminale che gridava contro la polizia e tirava candelotti. Io l’ho visto bene e lo vedrò in giro per il quartiere della mia zona. Urlerà per il dolore che gli procurerà il “candelotto” di carte che scriverò contro di lui ogni volta che lo incontrerò per le strade, quelle della mia città.