Il presidente del Consiglio Matteo Renzi dice che va bene per lui prendere decisioni sulle riforme insieme con Berlusconi e con Verdini, il primo condannato e l’altro a giudizio per reati, ma non con i sindacati: “Decido io”.
I passaggi quotidiani di Renzi da un salotto televisivo all’altro stanno diventando una melassa, nel senso che siamo all’avanspettacolo dietro il quale si cerca di nascondere drammi; e intanto la politica non si taglia nemmeno un soldo e non la smette con le ruberie, i poliziotti comandati da funzionari per niente equilibrati prendono a manganellate altri lavoratori che protestano in piazza perché perdono il lavoro e il governo non fa nulla, anzi si occupa di andare a eliminare gli ultimi residui di diritti con la scusa di creare nuovi posti di lavoro; lo Stato si assolve dai suoi crimini come è accaduto per il povero Stefano Cucchi, torturato fino a morte mentr'era detenuto.
Aumentano in Italia disoccupazione e miseria, ma aumentano di pari passo anche i reati: perché molta gente alla disperazione si trova costretta a cercare qualche lira in qualunque modo e rischia di ammazzare o di finire ammazzata; il controllo del territorio non c’è più da tempo perché le forze dell’ordine non hanno nemmeno la possibilità di consumare benzina; gente disperata si toglie la vita o compie stragi per farla finita.
Cesare Romiti, che è stato in Italia uno dei più alti dirigenti di azienda, ha detto ieri durante la trasmissione “di Martedì” a La7 che non si sta facendo nulla per evitare il disastro e che “l'Italia non merita di finire al buio”. Ma Romiti, come tanti altri, è per Renzi ormai roba da rottamare; non ha senso ascoltarne qualche parola, perché è meglio andare in tv in maniche di camicia a fare teatrino.