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Gruppo Edicom

 

direttore Salvo Bella         
       
 

chromosomesMadri che uccidono i propri figli, padri che violentano e massacrano a morte la loro stessa famiglia, atti di spietata crudeltà verso animali indifesi, pedofilia, terrorismo e tanto altro ancora; diversi moventi ma con un comune denominatore: “le radici del male“. Dall’argento non si estrae l’oro! Dal male nasce solo altro male! Potere, ambizione, corruzione politica con infiltrazione mafiosa, coinvolgimento ecclesiastico con intrighi religiosi e passionali non portano che ad atti di estrema distruttività. Tutto ciò è un male radicato.

Ma violenti, aggressivi, criminali si nasce o si diventa? Esiste una predisposizione genetica al male? Ebbene, il legame genetico con il crimine esiste; ma èuna predisposizione ad esso dovuta alla presenza della variante di un gene, il MAOA-L, presente sul cromosoma X di un dato individuo. Nel maschio, siccome vi è un solo cromosoma X(XY), l’attività di tale gene è maggiore rispetto alla genetica femminile, dove troviamo due cromosomi X(XX), per cui la sua espressione è meno intensificata rispetto al primo caso.

annalisa folinoANNALISA FOLINO è laureata in Biotecnologia all’Università di Catanzaro, dove vive. Ha conseguito a Roma il master in Criminologia e ricevuto importanti attestati, anche per l’impiego di droni. Ha insegnato e lavora in un laboratorio.

La presenza del “Werrior-gene” in un individuo determina perciò una predisposizione a maggior rischio di aggressività, responsabile del comportamento impulsivo e di reazioni violente da parte dei portatori della variante MAOA-L. Ma è importante specificare e sottolineare che non è sufficiente avere questa variante genetica affinché un individuo possa essere classificato come “criminale”. Le esperienze traumatiche subite sia in famiglia sia in ambiente extrafamiliare durante le fasi dell’infanzia e dell’adolescenza possono farci intendere la causa del comportamento deviante criminale in questi soggetti. Basta fare una rapida carrellata sulla vita, a partire dall’infanzia, dei serial killer, o di alcuni noti dittatori che hanno segnato la nostra storia (Stalin, Hitler e lo stesso Robespierre); essi non sono altro che il frutto di ciò che hanno subìto negativamente da piccoli: figli illegittimi, orfani di uno o di entrambe i genitori; infanzia caratterizzata da violenza fisica e psichica; o figli adottati! I bambini che vivono in un ambiente dove regnano amore e rispetto, cultura e sani principi saranno in futuro uomini con un carattere diverso rispetto a coloro i quali hanno avuto un’infanzia vissuta nella negligenza, nel totale abbandono e sottoposti a maltrattamenti di ogni tipo.

Se manca l’amore in una famiglia, il bambino sarà in futuro un adulto che farà agli altri ciò che è stato fatto a lui; un individuo, dunque, incapace di provare amore, empatia, nei confronti del prossimo, poiché sentimenti a lui sconosciuti. L’istinto, dunque, muove gli atti violenti e l’omicidio diventa l’estrema conseguenza dell’interazione di diversi fattori che hanno segnato negativamente l’infanzia del criminale. Il serial killer uccide perché vede nella vittima l’origine di tutti i suoi mali. Ecco dunque il comportamento deviante, filo conduttore della criminalità.