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Gruppo Edicom

 

direttore Salvo Bella         
       
 

antonio di pietroL’incontro fra Marita Comi e Antonio Di Pietro era stato sollecitato da prime attrici che si adoperavano da tempo per far cambiare difensore a Massimo Bossetti dopo la conferma della sua condanna all’ergastolo. Anche il contatto fra Di Pietro e il giornalista Giangavino Sulas, che ha portato all’articolo pubblicato sul settimanale “Oggi”, era stato procurato dalle stesse “amiche” del presunto assassino di Yara Gambirasio: una vicenda che dietro la normale apparenza dell’"amore” per un imputato innocente nasconde manovre di doppiogiochiste, donne deluse o con l’ambizione di salire alla ribalta, capaci di raccontarla privatamente in un modo e in pubblico in maniera del tutto diversa.

 

Le doppie versioni di chi ha agevolato in segreto incontro e intervista

L’articolo di “Oggi” con le parole di Di Pietro sull’incontro con Marita Comi è stato commentato su Facebook con versioni esilaranti, confabulazioni di “innocentiste” che si sono affrettate ad affermare di essere a conoscenza di ogni retroscena della vicenda; propalazioni di notizie del tutto false e tendenziose perché diffuse anche dalla stessa persona che dietro le quinte era stata artefice e promotrice dell’intera operazione Comi-Di Pietro, peraltro fallita, e ha sostenuto, contrariamente alla verità, prima che Di Pietro non avesse diffuso alcuna notizia e poi che il giornalista Giangavino Sulas non fosse autorizzato, in mancanza di un accordo, a diffondere le informazioni che gli erano state fornite “in privato”, quasi che le notizie ai giornalisti debbano essere trasmesse con i megafoni o su carta bollata e previa sottoscrizione di un contratto.

Fra rancori personali, offese, tradimenti e filmini di incontri piccanti

Al momento si profila probabilmente in Cassazione una conferma della condanna di Bossetti all’ergastolo, ma gli ”amici” che ne sostengono l’innocenza non desistono dal gridare al complotto. Fra bossettiani e innocentisti sono intervenuti nei gruppi di Facebook, com’è noto, alcuni distinguo: da un lato coloro che esaltano la difesa dell’avv. Claudio Salvagni, dall’altro un nugolo ristretto di persone che per vari motivi hanno preso almeno apparentemente le distanze. Fra queste primeggiano coloro che si sono anche adoperate per far cambiare a Bossetti difensore, senza finora riuscirci. Amore per Bossetti, generosità, pettegolezzi di sfaccendate, desiderio di stare in scena?

I motivi di tale frammentazione sono legati non solo a divergenze di vedute sulle linee difensive e sulle eccessive apparizioni in tv, ma anche a retroscena di rancori personali, oggetto di interminabili ciarlii su offese o tradimenti, menzogne e persino tornaconti in denaro e incontri piccanti dei quali esisterebbero filmati. Fra gli innocentisti di prima data ci sono anche persone molto apprezzate, come una nota stilista di moda, che pur avendo preso le distanze dal gruppo originario manifesta tuttavia apertamente il proprio pensiero senza partecipare a segrete congiure.

I rapporti dei dissenzienti nei confronti dei colpevolisti permangono ovviamente distanti. Essi tuttavia si astengono dall’esprimere condanna degli ex “amici” querelati per minacce, diffamazione e altri reati, come in un doppio gioco che permette loro di seminare in segreto veleni ma di apparire poi “vergini” in pubblico, vittime piagnucolanti di vicende fosche che vanno ben oltre il tema in discussione, cioè l’uccisione di Yara Gambirasio e la condanna, ancora non definitiva, del presunto assassino.