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Gruppo Edicom

 

direttore Salvo Bella         
       
 

Salvo Bella e Roberta Bruzzone

Un cappio al collo è il regalo annunciato su Facebook nel giorno della Befana per giudici, per la criminologa Roberta Bruzzone e per il giornalista e scrittore Salvo Bella. Sono le prime minacce di morte dell’anno contro professionisti che si occupano di delitti e per questo continuano ad essere bersaglio di intimidazioni con un preoccupante crescendo.

Lo scritto intimidatorio è apparso il 6 gennaio in una pagina di Facebook denominata “Sabrina libera adesso”, un “fake” sotto il quale si cela un pugliese da tempo presente sui social sotto false identità, fra le quali “Sabrina Misseri”, dal nome della giovane condannata all’ergastolo per avere ucciso nel 2010 ad Avetrana la cugina Sarah Scazzi. Sarebbe, secondo i primi accertamenti, un uomo 63 anni, di Turi in provincia di Bari; il quale da tempo sostiene l’innocenza della Misseri e di altre persone accusate di omicidio, come Giuseppe Bossetti, condannato all’ergastolo anche in appello, ma non in via definitiva, per l’uccisione di Yara Gambirasio.

Nel post la Bruzzone è definita criminale, psicotica, assassina, e bisognerebbe “aprirle la testa”; Salvo Bella “vergogna della Sicilia” e “congenito giornalista di merda”; i giudici “rottinculi”; tutti con “merda nel cervello” e infami. Il testo si conclude col macabro messaggio “Questa è la vostra Befana”, al quale segue una foto a colori mostrante un cappio a nodo scorsoio penzolante.

minacce di morte

Salvo Bella si è presentato stamani alla procura della repubblica di Busto Arsizio, dove, assistito dall’avv. Francesca Neri, ha sporto querela contro l’autore del testo minaccioso. Roberta Bruzzone ha dato mandato di presentare querela all’avv. Serena Gasperini di Roma

Roberta Bruzzone, 44 anni, psicologa forense, è uno dei massimi esperti di criminologia e femminicidi, si è occupata di gravi delitti come consulente ed è nota per la sua partecipazione come esperta nei più popolari programmi televisivi nazionali. Salvo Bella, 68 anni, giornalista professionista, s’è occupato per decenni di criminalità in Sicilia, entrando nel mirino della mafia. Autore di libri inchiesta, uno dei quali sull’omicidio di Yara Gambirasio, è direttore della rivista “Il Delitto”, lavora sempre in cronaca nera e per i suoi articoli ha subito ultimamente numerose minacce, anche con l’invio di un proiettile per posta.

L’autore del testo ora oggetto di indagini è stato denunciato dalla Bruzzone per altri fatti della medesima fattispecie sin dal 2015; ed era stato già querelato da Bella il 15 novembre scorso in concorso con alcune decine di persone.

“La portata della minaccia - ha commentato Salvo Bella – è assai preoccupante. Si mira a incutere timore nell’esercizio della professione menomando la sfera della libertà morale; e, ancor di più, la manifestazione pubblica di odio scervellato costituisce un incitamento al delitto, potendo armare facilmente qualsiasi facinoroso”.